mercoledì 23 novembre 2011

Da Berlusconi a Monti.


Dalla padella alla brace.
Il governo Monti è espressione diretta del grande capitale italiano e internazionale, con suoi intellettuali organici di valore. È la prima volta che questo avviene nella storia della nostra repubblica ed è sicuramente un segno della crisi totale della classe politica.
In questi venti anni il padronato italiano ha alternato politiche di rottura populista e politiche di concertazione democratica.
L'obiettivo era sempre lo stesso: contenere il salario ed estendere flessibilità e precarietà, allargare la sfera del profitto con le privatizzazioni.
Quando le condizioni lo permettevano e si sentiva particolarmente forte, il padronato italiano ricorreva a Berlusconi e alla destra.
Se la risposta sociale e politica cresceva, allora si tornava alla concertazione. Quest'ultima ammorbidiva le scelte, le rallentava, ma non ne fermava la direzione di fondo. La novità è che oggi il sistema economico dominante salta qualsiasi mediazione politica, non si fida più non solo di Berlusconi, ma anche dell'opposizione e decide di agire in proprio.
Altro che governo tecnico, questo è uno dei più politici e ideologici tra i governi della repubblica.
È il governo che più nettamente sposa l'ideologia neoliberale.— con Mauro Miccolis, Marco Toccafondi Barni, Resistere Contro Il Regime, INFORMAZIONE LIBERA e Tony Troja


martedì 15 novembre 2011

il complotto e i complottisti



HO UN APPUNTAMENTO PER MARZO 2012 : DEVO OPERARMI DI CATARATTE -
TUTTO REGOLARE ! L'ETA C 'E' ! L'APPUNTAMENTO PURE ! Se il sistema sanitario nazionale esistera' ancora, a quel punto si tratterebbe solo di un day hospital ... doppio,con spese contenute in un ospedale che dista da casa mia circa due chilometri e un medico da me scelto e accettato.
Praticamente, la spesa di un taxi per andare e uno per tornare quattro volte in un mese. Ma dopo aver fatto tutti gli esami : elettrocardiogramma, esami del sangue e quant'altro.

PAGANDO IL TICKET o addirittura, pagando da privato tutti gli esami dato che oggi la differenza in Campania,a Napoli , non c'e' piu'.
Mi devo solo augurare che, per quell'epoca, l' ospedale della mia citta' sia ancora in piedi, non sia crollato, che i medici non siano fuggiti altrove, che gli infermieri non siano nevrastenici e neppure in agitazione, che i tecnici e le apparecchiature sanitarie siano ancora funzionanti e non arruginite o fuori servizio, che gli addetti alla pulizia dei locali e i portantini non siano stati tutti licenziati, che i taxi non mi chiedano una cifra esagerata e che io sia ancora viva e vegeta fino a quel momento e che ancora possa ritirare la pensione il sedici del mese.

AH! Dimenticavo ! anche ...che lo stesso ospedale non sia stato ( come si dice ora)accorpato e le sue funzioni non siano state trasferite da qualche altra parte..
magari in veneto o in qualche parte della padania .
Onestamente non so che augurarmi....

GLI OCCHI SONO FONDAMENTALI PER ME ED IO SONO SEMPRE STATA UNA DONNA FORTUNATA, ma anche questo appuntamento merita una riflessione: siamo in crisi, bisogna risparmiare, il mondo va a rotoli e la gente che muore di fame aumenta di numero in giro per il mondo.

SPENDERE,COMBATTERE, DARSI POI TANTO DA FARE PER VIVERE MEGLIO E PER PIU' TEMPO sembra una cosa ovvia ma in effetti non lo e': c'e' poca differenza tra una cataratta ........................ e un trapianto di peli sulla testa.....

FORSE VARRREBBE LA PENA RIFLETTERE ANCHE UN POCHINO E PENSARE A CHE COSA CI SI ASPETTA DALLA VITA.
Migliorare non si puo! Alcuni danni sono ad un certo punto irreversibili ! Secondo alcuni, il tempo e' carogna, altri tendono a dimenticare che passa inesorabilmente!

Cosa ci sarebbe allora, dico di piu' democratico, ad avere la possibilita' di decidere in piena coscienza, quando e' il momento di farla finita magari con l'aiuto gratuito del sistema sanitario nazionale ?

CHI SA SE LA CONFERENZA BILDEMBERG SI INTERESSA AL MOMENTO DELLA COSA ? POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE ALLA SOVRAPOPOLAZIONE E AL PESO DEI VECCHI NEI PAESI DEL
MONDO INDUSTRIALIZZATO .




Achille Conforti
Il faraone di Mosè aveva delle attenuanti per le dieci piaghe d’Egitto. Cercava di fare gli interessi del suo popolo, anche se a spese di un altro. E gli arrivò la maledizione. Gli italiani, invece, non hanno alcun alibi per le piaghe (certo più di dieci) che li stanno colpendo. Se il faraone era tale per diritto divino, gli scalzacani che ci governano li abbiamo votati e tollerati noi. Siamo un popolo di schiavi che ama farsi comandare, come diceva Mussolini o, per predisposizione naturale, amiamo farci fottere? Il Paese è fallito economicamente a causa della nostra complicità. Un debito pubblico di 1.900 miliardi non si forma all’improvviso e neppure le voragini di bilancio di Torino e Milano. La devastazione del territorio e i morti conseguenti, come a Genova, sono figli del cemento con cui amministrazioni pubbliche, cooperative rosse e bianche e criminalità banchettano ogni giorno. Il sangue degli antichi romani, dei Galli di Brenno, della Magna Grecia, degli uomini del Rinascimento, delle invasioni ha prodotto questo strano individuo: l’italiano. Indifferente a tutto e cinico, soprattutto verso sé stesso. (Beppe Grillo)


Achille Conforti
C’era una volta la Lega. Ma a che cosa serve più la Lega Nord, oltre che a sistemare parenti e amici? Per mangiare la polenta con la salsiccia non c’è mica bisogno di un partito, basta una qualsiasi trattoria, che costerebbe molto meno. (Vittorio Zucconi)

sabato 12 novembre 2011






Mario Monti, Joseph S. Nye, Jr. Yotaro Kobayashi
European Chair, North American, Chair Pacific Asian Chair

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Elena Stay Human:
Mario Monti: è presidente del consiglio di amministrazione europeo della Commissione Trilaterale (Rif.: http://bit.ly/sU2OgC )

La Commissione Trilaterale è un'organizzazione privata, non governativa ed apartitica, nata nel 1973 per volontà di David Rockefeller, banchiere e massone, e Zbigniew Brzezinski, geostratega, politologo e consigliere per la sicurezza del presidente americano Jimmy Carter, anch'egli membro della Commissione Trilaterale prima di divenire presidente. Entrambi statunitensi, entrambi ancora in vita.
(Rif.: http://bit.ly/sU2OgC )



Lo scopo dichiarato della Commissione Trilaterale è di far sedere intorno ad un tavolo le menti migliori (a discrezione dei membri della commissione stessa) e più influenti del Giappone, Europa Occidentale ed America del Nord per affrontare i problemi di una "crescente interdipendenza" che caratterizza le regioni del Mondo ed incentivare la cooperazione tra le stesse, che "non possono affrontare da sole le sfide della globalizzazione", affinché sia "efficiente e dia benefici a tutte le nazioni, qualunque sia il loro sistema politico o stadio di sviluppo". (Rif.: http://bit.ly/vvgQ5V )

Alla Commissione Trilaterale si può accedere solo tramite invito, a totale discrezione dei tre comitati esecutivi regionali, ciascuno limitatamente alla propria regione, con criteri stabiliti in via esclusiva dai rispettivi presidenti e vicepresidenti (per l'Europa, dunque, è Mario Monti a decidere). (Rif.: http://bit.ly/tAzHr8 )

Nel 1975 la Commissione Trilaterale ha prodotto un documento, ad opera di Michel Crozier e Samuel P. Huntington, il cui titolo è "The Crisis of Democracy" (scaricabile da qui: http://bit.ly/vKRFwq ) nel quale si leggono le seguenti e testuali affermazioni: « Alcuni dei problemi di governabilità degli Stati Uniti, hanno oggi origine da un "eccessso di democrazia". [...] C'è bisogno, piuttosto, di una maggiore moderazione nell'uso della democrazia. » (pag. 123)



« L'efficiente conduzione di un sistema politico democratico usualmente ha bisogno di una certa misura di apatia ed ignavia da parte di una fetta della popolazione. » (pag. 124) « Gruppi sociali marginali, come ad esempio le persone di colore, stanno oggi diventando parte attiva del sistema politico. Ciò però non elimina il pericolo di sovraccaricare il sistema politico con richieste che eccedono le sue funzioni e minano alla base la sua autorità. Di conseguenza il maggior coinvolgimento di certi gruppi deve necessariamente corrispondere ad una minore pretesa di partecipazione da parte di tutti i gruppi. » (pag. 124)

Tali concetti erano però già stati espressi in un editoriale sul St. Petersburg Times del 2 agosto 1974 dal titolo "Examining the Crisis of Democracy", scritto da Zbigniew Brzezinski, uno dei fondatori della Commissione Trilaterare. (Rif.: http://bit.ly/vnmvqI) Mario Monti - www.trilateral.org
www.trilateral.org

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Welcome to the web site of the Trilateral Commission. The Commission was originally created in 1973 to bring together experienced leaders within the private sector to discuss issues of global concern at a time when communication and cooperation between Europe, North America, and Asia were lacking. The Commission has grown since its early days to include members from more countries in these regions, and it continues to find that study and dialogue about the pressing problems facing our planet remain as important today as in 1973. Problems and threats have changed, but their importance has only increased due to the more interconnected and interdependent world in which we now live.

Although we are a small group, and meet only a few times each year, we see great value in a web site that offers scholars, researchers, and the general public access to our proceedings and the major reports submitted during our meetings. We also offer links to the writings of our membership and their individual views on the issues of concern. Finally, we provide some basic information about the Commission, its history, and activities.We hope you find the information displayed on the site useful. We update it regularly to cover our meetings, reports, and other publications.Sincerely,

LE NOTIZIE GIRANO...................

EDITORIALE
No! Questo No! di Ida Magli
Italiani Liberi | 10.11.2011

No, Signor Napolitano, non sopporteremo una simile nauseante “furbata”. Creare all’improvviso un senatore a vita per far credere che si tratti di un politico e fingere così che l’Italia non si sia consegnata nelle mani dei banchieri, è un sotterfugio intollerabile. Quale disprezzo per i poveri Italiani! Quale disprezzo per la Repubblica e per la politica! Abbiamo, dunque, così la misura della spaventosa miseria civile e morale dei nostri “rappresentanti”. La Bibbia afferma che “Dio vomita gli ipocriti”. Sono certa che non ha mai vomitato tanto.

Senatore a vita il signor Mario Monti? Un cittadino benemerito della Repubblica e di specchiati costumi? Forse non tutti i cittadini lo sanno o se lo ricordano (e su questa ignoranza ha contato, oltre che sul complice silenzio dei politici e dei giornalisti, Giorgio Napolitano nel nominarlo) che Mario Monti è stato costretto, nella sua qualità di Commissario europeo sotto la presidenza Santer, a dare le dimissioni “per l’accertata responsabilità collegiale dei Commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo” messi in luce dal Collegio di periti nominato appositamente dal Parlamento Europeo. La Relazione fatta da questi Saggi al Parlamento, nonostante la prudenza del linguaggio ufficiale, fa paura. Si parla infatti dell’assoluta mancanza di controllo nella “rete di favoritismi nell’amministrazione”, di “ausiliari esterni” e di “agenti temporanei”, di “minibilanci espressamente vietati dalle procedure amministrative”, di “numerosissimi esterni fuori bilancio, ben noti all’interno della Commissione con il soprannome di sottomarini”, che operano con “contratti fittizi”, dietro “raccomandazioni e favoritismi”; di abusi che hanno comportato, con il sistema dei “sottomarini” l’erogazione non controllata di oltre 7.000 miliardi nell’ambito dell’Ufficio Europeo per gli Aiuti umanitari d’Emergenza (miliardi usciti dalle nostre tasche, naturalmente, e che dovevano andare, ma non ci sono arrivati se non in minima parte, ai bambini della Bosnia, del Ruanda morenti di fame). Evidentemente Mario Monti è inamovibile, o meglio può perdere un posto soltanto per guadagnarne uno migliore. Nel 1999, al momento di una caduta così ignominiosa, ha provveduto la successiva Commissione, con presidente Romano Prodi, a riconsegnargli il posto di Commissario. Cose che succedono soltanto nell’onestissimo ambito delle nostre istituzioni politiche. I semplici cittadini vanno sotto processo per gli ammanchi, o come minimo perdono l’incarico.

Perché mai, dunque, dunque, dovremmo affidare a questo signore i nostri ultimi beni? In omaggio, forse, al truffaldino sotterfugio inaugurato dalla Presidenza della Repubblica? I politici che lo voteranno come capo del governo sappiano che, visto che non possediamo nessun altro potere, annoteremo ogni loro “Sì” per cancellare per sempre il loro nome da qualsiasi futura elezione.

Ida Magli
10 novembre 2011


http://www.filosofiatv.org/news_files3/129_Cacciari%20Come%20si%20esce%20dall.pdf



http://www.liquida.it/mario-monti/



venerdì 11 novembre 2011

L' ILLUSIONE DELLA SCELTA..............



SI DICE DI LUI......................
.pubblicata da Laura Picchetti il giorno sabato 12 novembre 2011 alle ore 1.45.il mondo spiegato agli illusi....

A integrazione del post "Tutto, tranne democrazia!" , ecco una notizia di Milano Finanza, noto covo di complottisti. Ci sarebbe Goldman Sachs dietro all'ondata di speculazioni che ha in pochissimo tempo innalzato artificialmente lo spread tra i buoni del tesoro poliennali italiani e suoi cugini tedeschi.

Uomini Goldman Sachs innescano la crisi, uomini Goldman Sachs si propongono per risolverla, salendo a Palazzo Chigi per realizzare misure che non sono state dibattute né sottoscritte attraverso un mandato elettorale da nessun cittadino italiano.

La terza guerra mondiale non usa carri armati: le nazioni oggi si conquistano rendendo in pochi giorni i loro debiti insostenibili.




http://www.facebook.com/#!/notes/laura-picchetti/ma-pensa-tecose-e-pazze-e-questo-sarebbe-il-mario-monti/10150541520639517



Renato Ghittoni:
Ci sono ben pochi dubbi sul fatto che Monti porterà al governo il nuclearista Veronesi, il collaborazionista Ichino e l'antioperaista Emma Bonino che si è sempre dichiarata pronta per affrontare ogni impopolarità, (forse anche Dini) oltre ad altri brutti ceffi del PDL e dell'UDC....
.

I radicali propongono la bestemmia: Pannella ministro di Giustizia...

..ovvio che a Berlu verrebbe comodissimo... ma è molto difficile...

Molto più probabile che Napo faccia lui - ancora lui - la bestemmia più grande:

Pannella, il suo (secondo) senatore a vita..!!!

Berlu-nonostante tutto-gongola: nessuno gli torcerà un capello e le sue aziende cresceranno (a scapito anche della RAI)
.....E PER FINIRE:
Romina Giraudo:
Miglio diceva sempre che i precari sono come una scatola di cioccolatini...appena li paghi non vedi l'ora di scartarli.........
Miglio diceva sempre che i precari sono come una scatola di cioccolatini...appena li paghi non vedi l'ora di scartarli.........


Come si esce dall'economia del debito....
pubblicata da Per un Neoilluminismo Globale
il giorno venerdì 11 novembre 2011

Bisogna uscire da quella economia «che pone gli interessi del capitale sopra a quelli del lavoro e della stessa vita delle persone e dell'ecosistema terrestre»
Le vecchie ricette keynesiane non hanno più margini in una crisi strutturale di queste dimensioni e qualità. Deve decrescere la dipendenza dal mercato e dall'ossessione del Pil.

CONTINUA SU :

sabato 5 novembre 2011

venerdì 4 novembre 2011

L'ITALIA DEVE PRIMA FALLIRE PER APRIRE GLI OCCHI?



di Michele Boldrin*
Il fallimento di questa classe politica e dirigente ormai è conclamato. Per il bene di tutti, Berlusconi e il suo governo dovrebbero semplicemente levarsi di mezzo. Eppure, i grandi giornali non chiedono neanche le dimissioni, e lanciano solo timidi ultimatum. Le opposizioni invece le chiedono, come una stanca litania, ma senza spiegare cosa farebbero. Intanto, nel decreto declassato ad emendamento, non c’è nulla di ciò che servirebbe. Nel sonno della borghesia nostrana – scrive per Linkiesta il Professor Michele Boldrin della Washington University in Saint Louis -, siamo ancora una volta in attesa di un commissario e di un vincolo esterno: che dall’Europa ci imponga di diventare un paese credibile.

La penosa commedia in cui si è trasformata la politica italiana ci sta offrendo questa settimana momenti ancor più ridicoli di quelli a cui ci aveva abituato negli ultimi mesi. Scrivo mentre in Italia è notte, cercando di capire quali altri trucchi siano stati infilati nel cappello dell’illusionista che ha presieduto il Consiglio dei Ministri di ieri, mercoledì 2 Novembre. Ora abbiamo anche i maxi-emendamenti segreti, riguardo ai quali la Presidenza del Consiglio dei Ministri ci informa che “eventuali testi in circolazione non corrispondono a quanto esaminato e approvato nel Consiglio dei Ministri appena concluso.” Questo governo, insomma, sia ha paura di far conoscere ai cittadini le proprie decisioni, sia non sa che pesci pigliare. Il signor Ministro del Tesoro ha smesso di rilasciare saccenti interviste: forse è occupato a sostituire il proprio DG che, dicono, ha mal pensato sia questa l’ora più opportuna per passare a Goldman & Sachs [Nota per chi volesse governare: quando si approverà uno straccio di legge che regoli i conflitti d’interesse sarà sempre tardi]. Questi i fatti a disposizione il giorno dopo che il rendimento sul debito italiano ad un anno ha raggiunto e superato quota 5,34%.

I siti internet riportano notizie confuse sul contenuto dell’emendamento ma coincidenti su tre punti: misure estemporanee e rabberciate, nessuna riforma di pensioni, sanità e settore pubblico, nessuna vera liberalizzazione nè dismissione di imprese e patrimonio statale. Di riforme strutturali – tipo scuola e fisco – neanche parlarne mentre continua la baruffa tutta strumentale sui “licenziamenti facili” e qualche giorno fa la medesima combriccola era venuta a spiegarci che lo sviluppo si ottiene con la pagella in formato pdf e la garanzia statale sui mutui per la casa. Quello del Mezzogiorno, invece, uscirà a costo zero dai fondi strutturali europei – quelli che occorre co-finanziare e che l’Italia non sa utilizzare perché non presenta progetti credibili. Una farsa, ma lo scandalo non sta nel fatto che la combriccola continui ad ingannare il paese. Dalla combriccola non avremmo mai dovuto aspettarci altro.

Lo scandalo sta nel fatto che, di fronte a questa ennesima presa in giro, i media italiani non chiedano le dimissioni di Berlusconi, un governo di salvezza nazionale ed elezioni al più presto con una diversa legge elettorale. Lo scandalo sta nel fatto che le forze sociali – dai sindacati a Confindustria – continuino ad inviare vuoti ultimatum che la combriccola regolarmente disattende in un minuetto suicida che dura da tre anni e mezzo. Lo scandalo sta, infine, nel fatto che le opposizioni sappiano solo stancamente chiedere le dimissioni di Berlusconi senza avere il coraggio di dire né cosa occorre fare né, dopo aver riconosciuto di non sapere che cosa fare, che a sostituirlo non possono essere loro ma un governo di salvezza nazionale composto da tecnici. Mi rendo conto che questo consista in una rischiosa replica di quanto accadde circa vent’anni fa, ma la situazione è ancora più drammatica e noi (la società civile) non siamo riusciti a cambiare nè lo stato, nè la politica, nè l’economia italiana. Anzi: abbiamo fatto forse peggio lungo tutte e tre quelle dimensioni ed il sistema elettorale, così com’è stato astutamente disegnato dalla nuova casta in questo ventennio, non permette il cambio politico e rende impossibile alla società civile esprimere una elite alternativa. Chiuso al proprio esterno e monopolizzato all’interno, il sistema elettorale può solo essere alterato o con una rivolta, che non vorrei augurarmi, o con un governo tecnico designato allo scopo. Le convulsioni in cui il paese continua ad agitarsi lo provano: in Spagna, per abbastanza meno, Zapatero è scomparso dalla scena politica assieme ai suoi ministri e fra pochi giorni si eleggerà un parlamento che sarà sostanzialmente diverso dall’attuale. In Italia ci stiamo interrogando su come sostituire Berlusconi con Letta, incorporando Casini nella nuova maggioranza di governo. L’Italia puó risorgere se e solo se, dall’esterno di questa casta politica, il paese riesce ad esprimere la volontà intellettuale e politica di chiamare le cose con il loro nome e di mettere nero su bianco ció che occorre fare. Per poi farlo.

Qui, di nuovo, il ruolo dei grandi media risulta sia cruciale che sorprendente. All’inizio del mese di ottobre erano stati resi pubblici due importanti documenti: il testo della lettera inviata il 5 Agosto scorso da Draghi e Trichet al Primo Ministro italiano ed il “Progetto delle Imprese per l’Italia” a firma della presidenza di Confindustria. Entrambi documenti di parte ma entrambi documenti concreti: non tentavano di risolvere tutti i problemi del paese, solo quelli che maggiormente stanno a cuore ai loro rispettivi autori. L’Italia ha bisogno, per esempio, di eliminare i sussidi espliciti o impliciti alle imprese e di liberalizzare quei servizi in cui alcuni monopoli fan profitti pagati dal resto del paese. Queste cose, fra le altre, mancavano mentre dovrebbero essere parte d’ogni programma credibile di riforms. L’Italia ha anche bisogno di ri-riformare, ossia riformare per davvero, il proprio sistema educativo ed anche questa urgenza era assente in entrambi i documenti.

Ma non sta qui il punto: il punto sta nel fatto che alla loro pubblicazione non ha fatto seguito un’esplosione di articoli e contributi che discutessero il da farsi in modo altrettanto concreto e preciso. Alla pubblicazione dei due documenti ha fatto seguito il silenzio più totale riempito dal chiacchericcio dei programmi d’approfondimento sulla finanza speculativa, il default selettivo e le meraviglie d’Argentina. Un silenzio che continua: mentre il governo prepara segretamente il maxi-emendamento nessuno chiede che contenga almeno alcune delle misure suggerite nei due documenti. E nessuno propone misure alternative e maggiormente efficaci. Qui sta il dramma del paese: di fronte ad una combriccola governativa che è sia incapace che nolente ad agire, di fronte ad un’opposizione lobotomizzata che oscilla fra la retorica populista e l’accordo di corridoio, sta una società civile che non vuole intendere la gravità della situazione ed assumere come propria la responsabilità d’agire. Responsabilità che, da sempre, ricade su ognuno di noi ma sulle elites economico-sociali soprattutto. Per l’ennesima volta nella pur breve storia dell’Italia unita, la borghesia italiana conferma d’essere incapace di guidare il paese al quale non rimane che rimettersi a forze esterne o fallire.

*Department of Economics – Washington University in Saint Louis

http://www.linkiesta.it/italian-default



Tratto da: L’Italia deve fallire per aprire davvero gli occhi? | Informare per Resistere http://informarexresistere.fr/2011/11/04/l%e2%80%99italia-deve-fallire-per-aprire-davvero-gli-occhi/#ixzz1cnwUGkWA
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

martedì 1 novembre 2011

Minacciare il default



By ilsimplicissimus
....

Un’altra tormentosa giornata si annuncia per l’economia e un altro colpo viene battuto sulla credibilità dell’ incredibile Italia di Berlusconi. E forse anche dei suoi epigoni più o meno nascosti. Tuttavia anche se il Cavaliere si dimettesse oggi, è probabile che non basterebbe, visto che nel sistema politico non circolano altro che idee di macelleria sociale recessiva: i mercati alla fine non si fidano delle loro stesse ricette.

A questo punto per frenare una incontenibile emorragia di interessi sul debito che il Paese non può permettersi di pagare, ritorna di scena il default. Personalmente sono convinto che il fallimento del modello economico-politico costruito in trent’anni sia ormai inevitabile. Ma nel tentativo di salvare il salvabile ci vorrebbe qualcuno, uno statista immagino e una classe politica che avesse il coraggio di minacciare apertamente il default.

Solo così credo che i mercati diventerebbero più prudenti e riflessivi. Ma naturalmente non esiste una classe politica in grado di farlo, non esiste uno statista e probabilmente nemmeno un popolo in grado di trovare senso e speranza nei destini collettivi invece di angosciarsi solo per le conseguenze individuali di qualsiasi cambiamento.

E’ paradossale che un Paese vissuto molti anni tra anomalie di ogni tipo, ricatti, corruzione, giochi al massacro e intimidazioni, oggi sia talmente sfibrato da non saper nemmeno minacciare ciò che peraltro è nel suo pieno diritto oltre che nella realtà delle cose. Così falliremo in silenzio, perché gli altri non se ne accorgano.

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venerdì 28 ottobre 2011

LA POLITICA RIDOTTA A BARZELLETTA

28 ottobre 2011 di giellegi

In pratica non esiste più politica; dico barzelletta, ma di quelle che non fanno ridere, solo funeree, mal raccontate. In ogni caso, una nullità dietro l’altra. Questo ovviamente nella facciata; poi, dietro, la politica esiste e ha gli aspetti laidi che abbiamo visto nel finale riservato alla Libia e al suo legittimo Capo. Per mano di killer i quali dimostrano una volta di più come la formazione dei funzionari del capitale (di matrice americana) non sia per nulla quella borghese, nata in Inghilterra e studiando la quale Marx si illuse di poter pronunciare ai dominati di tutto il mondo la famosa frase: de te fabula narratur. Nient’affatto; la nuova formazione sociale è nata meno dal bestiale sfruttamento (in senso letterale e non marxiano) degli operai (soprattutto minerari) e assai di più dal commercio degli schiavi neri dall’Africa, da una selvaggia e barbara conquista del West e dal connubio tra affari e gangsterismo. Di tutto il mondo, questi “liberatori dei popoli” hanno fatto una “Chicago anni ’20”.

Nel mentre gli Usa di Obama dilagano dappertutto, i loro rappresentanti recitano una commedia dietro l’altra. Le ultime: la risata di Sarkozy che ha scatenato impropri slanci di dignità nazionale laddove non ce n’era bisogno (di fronte ad un Arlecchino o a un Pulcinella si deve reagire come se i loro lazzi ledessero la nostra dignità?). Dico subito, contrariamente a molti che ci sono cascati, che non mi sono entusiasmato per il gesto del gen. Tricarico. Voleva dimostrare la dignità e l’indipendenza d’Italia? Restituiva la Legion d’Onore quando la Francia (assieme al suo vecchio partner dell’impresa di Suez nel 1956) ha aggredito e massacrato la Libia su incarico (e con abbondante aiuto materiale) dei “promotori” americani. Ti offendi per una risata e lasci che l’onore d’Italia sia trascinato in una guerra così infame? Perfino un Rodolfo Graziani, non certo uno stinco di Santo, mostrò un certo rispetto per il vecchio “Leone del deserto”. Non invece questi disonorevoli (e disonorati) aggressori nei confronti di Gheddafi.

Ci si lascia trascinare in una guerra con gente che viola totalmente la già lesa risoluzione del CdS dell’Onu (con l’astensione di cinque paesi di popolazione almeno tripla rispetto a quelli che l’hanno approvata), mente in continuazione (fosse comuni, bombardamenti aerei della piazza di Tripoli, ecc.) e poi massacra a man bassa chiunque sia sospettato (anche per il semplice colore della pelle) di essere stato “lealista” (e siete proprio voi a chiamarli così senza rendervi conto che la lealtà è un valore). Non parliamo dei comuni delinquenti, detti “ribelli”, che nemmeno spostano ancora la capitale a Tripoli e chiedono lagnosamente alla Nato di restare almeno fino al 31 dicembre, perché non sanno che fare, non hanno mai veramente combattuto, sono puri esecutori delle bande maggiori che allignano appunto nella Nato. E adesso si ciancia di possibile invio di truppe americane; poi si parla di truppe “dell’Onu”, cui subito chiede di partecipare la fellona Italia, da sempre in primo piano quando si tratta di servire i peggiori. E ci si offende per una risata di Sarkozy? Non scrivo l’espressione più opportuna al caso, anche perché tutte quelle che mi vengono in mente sono sbiadite e incolori di fronte alla vergogna d’Italia.

E adesso, con ulteriore sberleffo di questi satiri, La Russa afferma che la morte di Gheddafi non era nei patti della Nato. Devo dire: meno male che è stato ucciso in modo ignobile perché questo vi bollerà come infami nei secoli dei secoli. Non era nei patti? Patti con killer che avete sostenuto in toto altrimenti, come scritto da Feltri (ripeto: da Feltri), “si sarebbero sparati nei piedi” da tanto vili, incompetenti, “non professionali”, sono. Non era nei patti? E allora deferite al Tribunale dell’Aja i colpevoli. Già; ma dove trovarli? Infatti, quando tutti sono dei banditi, come individuare i banditi? Non vi dico di vergognarvi perché se siete dei robot, delle “bamboline meccaniche che ridono”, che vergogna potreste provare? Solo gli umani hanno la capacità della vergogna e del rimorso. Voi siete come gli aspirapolvere, i tagliaerbe, elettronici che, compiuto il lavoro, si ritirano nella loro “casetta” a ricaricarsi per il prossimo compito loro assegnato.

Poi viene il “patto anti-crisi” che la UE accetta, dopo aver rampognato l’Italia, dopo che ben precisi ambienti hanno guidato la mano delle società di rating nel declassarla, dopo un tira e molla di giorni con la Lega per le pensioni. L’età pensionabile di 67 anni è un’autentica vergogna motivata con la menzogna spudorata che tutti in Europa vanno in pensione a tale età. E questi politici sono così scervellati, oltre che ladroni, da piangere poi sulla sorte dei giovani. La disoccupazione giovanile in Italia è la più elevata, si alza il lamento continuo di costoro. E quando trovano lavoro, è soltanto precario, come possono “mettere su famiglia” i poveracci? Imbroglioni e ipocriti che non siete altro: ma se i vecchi devono lavorare fino quasi al rimbambimento (con effetti immaginabili sulla già bassa produttività del sistema, altro lamento dei falsoni, che straparlano delle meraviglie della competizione nel mercato globale), come volete trovare lavoro per i giovani?

Detto questo, fa ridere che l’età pensionabile verrà portata a 67 anni tra una quindicina d’anni. E la “crisi”, il deficit, il tormentone dei declassamenti d’Italia e delle imposizioni delle UE (di cui è quotidiano sostenitore Napolitano), tutto questo dove va a finire? Però la UE approva il progetto e Draghi parla di piano serio (ma non era anche lui per un intervento immediato sulle pensioni?), insistendo tuttavia sul ritorno dell’Ici e su un nuovo ritocco dell’Iva; nel mentre Bankitalia annuncia che la pressione fiscale ha raggiunto il 43,8%, record assoluto. Si dice però bene della riforma fiscale prevista per il prossimo anno (sempre tutto previsto, di già fatto assai poco); e la pressione si ridurrà forse? Seguire questi saltimbanchi è impossibile.

E’ tutta una fantasia, una grande fiaba, raccontata però da “tecnici” illustri (illustri tromboni senza più fiato, che non sanno nulla di questa crisi e di come evolverà), corredata di tabelle e grafici; dati su dati, manovre su manovre (previste, rigorosamente previste!), per non fare capire che l’unico proposito è quello già rilevato ampiamente su questo blog. Tenere in piedi Berlusconi, continuando a sgridarlo, a insultarlo, a irriderlo, magari dandogli ancora del fascista. L’importante è che resti. Tanto è stato totalmente sterilizzato. Tutti danno del fesso a Fini. Ha adempiuto perfettamente il suo compito, seguito poi dalla “seconda ondata d’attacco” di Napolitano. Dopo il 14 dicembre scorso, tutto è stato sistemato. Niente elezioni anticipate (a quell’epoca il premier rischiava l’en plein, e lui lo temeva come la peste, ne andava della sua sicurezza che, gli è stato ampiamente dimostrato, non esiste per nulla; lo beccano quando vogliono).

L’importante è traccheggiare, attaccare continuamente il premier e continuamente salvarlo e tenerselo come copertura di tutto il malfatto. Una recita per il momento riuscita – favorita anche da una sedicente “destra” che fa schifo – orientata verso la direzione voluta, sfibrando il “poppolo” che, more solito, non capisce nulla di nulla, va al macello; non tranquillo anzi disgustato, incazzato in parte e in parte sfiduciato, ma senza nemmeno sfiorare in nulla il “gioco combinato” tra gli Usa (di Obama), i “cotonieri” italiani, i loro rappresentanti nella sfera sedicente politica dove tutto si muove con una regia ripetitiva, noiosa, produttiva però dei risultati voluti.

Questo il quadro. Non chiedetemi di più perché anche quelli, che sostengono di essere per l’autonomia italiana, non fanno intravedere il più piccolo bagliore di una loro minima mossa.
A volte, mi viene il sospetto che ci sia da aspettarsi di più da chi, negli Usa, sta lavorando (forse) contro lo staff dei centri strategici che si rappresentano in Obama. Non so, è un sospetto; spiacevole però.
Sempre dagli Stati Uniti si dovrebbe attendere perfino l’opposizione a quanto sta combinando l’Amministrazione attuale?
Nulla di buono ce ne verrà, in un caso come nell’altro! Tuttavia, si deve ammetterlo: tale paese, vera rappresentazione del “peggio” nel mondo, è tuttavia qualche anno luce avanti ad altri paesi, ancora invischiati nel passato, incapaci di darsi una reale “mossa”.